Ogni esposizione museale, ogni oggetto esposto racchiude la storia delle persone che lo hanno creato e che lo hanno interpretato. Il progetto mira a mostrare e ad accompagnare il pubblico nelle operazioni e nei processi cognitivi di questi soggetti. Partendo dal semplice concetto del “Come è fatto”, di grande fortuna tra il pubblico anche televisivo, si intende coinvolgere il visitatore in un gioco cooperativo in realtà virtuale, che sviluppa due aspetti: “come è fatto” l’oggetto in esposizione e “come hanno fatto” gli esperti ad interpretarlo. Si cala dunque il visitatore all’interno dei processi “produttivi/artistici” della realizzazione del manufatto in sé e dei processi “interpretativi” per spiegarne le caratteristiche e la storia.
La tecnologia utilizzata si basa sulla creazione di uno scenario in realtà virtuale che prevede un’attività da portare a termine, utilizzabile da due user contemporaneamente grazie a visori stand-alone; uno schermo permette la visualizzazione dello scenario e delle attività svolte dai due giocatori/visitatori coinvolgendo anche il pubblico circostante.
Portando come esempio un Museo Archeologico, sono ipotizzabili due scenari: 1. come è stato realizzato un reperto archeologico; 2. come è stato interpretato dagli archeologi. Nel primo caso, verranno utilizzate le tecniche ricostruite dall’archeologia sperimentale per riprodurre manufatti antichi, applicando le tecnologie di cui rimane traccia negli scavi archeologici. Nel secondo caso, l’utente verrà guidato nel processo di interpretazione attraverso attività virtuali di ricerca archeologica: scavo, restauro, analisi della stratigrafia, contesti. Grazie ai presupposti dell’Archeologia Sperimentale, CoMe rappresenta uno strumento molto efficace per oltrepassare il “muro” della vetrina e far comprendere meglio al pubblico dei musei, “com’è fatto” un certo oggetto, dalla materia prima alla forma finita fino alla sua interpretazione.
Si stimola la curiosità dell’utente coinvolgendolo, in modo cooperativo, nei processi produttivi e scientifici intrinsechi ad ogni museo. L’utente completa azioni piuttosto che apprendere nozioni.
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