L’incredibile storia del bimbo cavaliere

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Sono passati circa dieci anni da quel momento in cui entrambi siamo rimasti a bocca aperta. Il cavaliere e io. Lui in sella al suo destriero, braccia spalancate e sguardo al cielo. Io in piedi in un cortile di Venezia, occhi spalancati e sguardo su quell’opera sorprendente. Questo progetto vuole essere l’opportunità per occuparmi di lui, per andare alla ricerca di una storia mai raccontata: la storia del cavaliere bambino e del motivo della sua smisurata felicità.

Il percorso all’interno del Museo Marino Marini si svolge invitando i visitatori a partecipare a questa ricerca. Non una visita guidata, ma un’avventura, in cui le sculture, i disegni e i dipinti di Marini diventano le tracce del passato del cavaliere. Il visitatore potrà interagire con il modello digitale della scultura grazie alla realtà aumentata, e inoltre potrà telecomandarlo utilizzando Sphero, un giocattolo didattico utilizzato oggi anche nelle suole (si veda il link al video). In questo modo si andranno a combinare interazioni concrete e virtuali, divertimento ed educazione, storia dell’arte e mini-games, regalando al visitatore un’esperienze completa. Trattandosi di un’interfaccia dinamica, è possibile proporre diversi tipi di racconto, che soddisfino le differenti esigenze dei visitatori, dal bambino alla persona anziana. Nel tempo, inoltre, la storia potrà essere arricchita e modificata, aggiungendo nuove storie, giochi e animazioni, così da invogliare le persone a tornare. Oppure immaginare delle avventure stagionali che escano fuori dal museo per entrare nella città, coinvolgendo i residenti. Anzi, gli stessi visitatori potrebbero mandare aneddoti sul passato del bimbo-cavaliere, e i migliori diventare una nuova parte della visita, arricchendo la sua storia. Di tanto in tanto il cavaliere potrebbe anche condividere dei post delle sue avventure sui social network, mantenendo così il rapporto con il suo pubblico anche al di fuori della visita. Ecco, lo vedi?! Già sta prendendo vita.

Il mio progetto è playable perché prende il meglio dei diversi tipi di gioco: la manualità dei giochi analogici, il coinvolgimento di quelli virtuali e la magia delle favole.

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