Kameleon è un allestimento temporaneo per musei di arte moderna/contemporanea che, grazie ad una dose minima di realtà aumentata e con tecnologie di condivisione, permette di raccontare lo stato emozionale dei visitatori. L’arte provoca emozioni nel nostro corpo di cui nemmeno noi ci rendiamo conto, quindi perché non usare la tecnologia per rendere visibile ciò che noi proviamo guardando un’opera d’arte? Un percorso emozionale e condiviso che accompagna il visitatore in un viaggio immersivo verso le proprie emozioni/sensazioni e quelle degli altri. Il visitatore prova a “mettere in gioco” le proprie emozioni, insieme al biglietto di ingresso gli viene consegnato un rilevatore di pulsazioni cardiache che lo accompagna per tutto il percorso; un video di spiegazione del percorso lo invita a sedersi e ad impugnare correttamente il rilevatore per un primo rilevamento del battito cardiaco in stato di riposo. Terminato il video ha inizio la visita, il visitatore mentre osserva le opere ha la registrazione del proprio battito cardiaco che viene tramutato in colore in base alla variazione del battito, se la variazione è minima la persona è calma ed il colore è blu, se la variazione del battito è stata notevole il colore è rosso.
I “colori dei battiti cardiaci” dei vari visitatori sono raccolti in un totem che si trova vicino ad alcune opere; in più il totem registra i commenti dei visitatori riguardo l’opera di cui si sta parlando, che possono poi essere ascoltati nelle due campane d’ascolto poste all’interno della sala.
Terminata la visita, un tavolo interattivo rileva il percorso fatto dal visitatore che ha la possibilità di vedere le tre opere a cui il battito ha avuto una variazione elevata e tramite QRcode ha la possibilità, con smartphone o tablet, di portare con sé la propria esperienza e condividerla sul proprio social network preferito. Il museo ha sul proprio sito una parte dedicata a Kameleon, che rende visibile l’esperienza complessiva a tutto il pubblico.
Kameleon dà la possibilità di rendere visibile ciò che non lo è, rende visibile l’emozione suscitata dalle opere presenti nel museo. Come? tramite i colori.
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