Presenti nella Bibbia nell’era del pre-diluvio, I Nephilìm sono un popolo di umanoidi nati dall’incrocio tra i “figli di Dio” e le figlie di Adamo. Esseri ibridi, eroici e innaturali la cui nascita è una conseguenza inaspettata nel piano della creazione, costringendo Dio a intervenire per limitare la loro vita, evitando così che essi ereditino l’immortalità paterna e diventino un fattore incontrollabile e potente nell’equazione divina. Nell’immaginario collettivo sono rappresentati talvolta come giganti, creature impure, artificiali e magiche.
Analizzando etimologicamente la parola, la radice verbale del termine Nephilìm è Na-Fa-L נ-פ-ל [n-f-l] e significa “essere caduti” o “essere discesi”, quindi più propriamente sono intesi come “i caduti [o i discesi]”; rappresentano il transito e la congiunzione tra una sfera astratta e una materica, tra divino e terreno.
Yuval Avital presenta un’interpretazione originale del mito biblico unendo tradizione e tecnologia in una versione profondamente contemporanea degli esseri ibridi. I Nephilìm discendono sulla terra e si incarnano in 60 Maschere Sonore dalle sembianze umanoidi e archetipali, realizzate con pochissimi tratti essenziali la cui bocca diventa un altoparlante che emette una voce altrettanto archetipale: un canto mantrico, un sussurro collettivo perpetuante in una non-lingua, un viscerale sussurro che, quando uniti in una folla di voci, ricreano un microcosmo onirico immersivo e inaspettato. Le maschere sonore di Avital sono qui presentate in 12 varianti o famiglie divise dicotomicamente in 5 “Maschere Canto“ (positive) e 7 “Maschere Leviatano“ (negative).
Fulcro del progetto artistico è il dialogo con la secolare tradizione della bottega artigiana in Toscana: le Maschere Sonore sono state infatti realizzate da 24 artigiani, maestri esperti del metodo tradizionale della lavorazione di diversi materiali – intarsio, alabastro, cuoio, pelle, scagliola, gesso, filo d’argento, cartapesta, piume, ferro battuto, bronzo, ottone, filato, metallo, vetro, terracotta, ceramica, marmo, resina, legno – che hanno accolto l’invito dell’artista a concedere le proprie rare abilità in una creazione contemporanea. Per ogni artigiano, Yuval ha declinato l’archetipo quasi come in un identikit delle loro maestrie, dei loro materiali, delle loro storie personali, emozioni e interiorità.
In un processo maieutico che riprende il rapporto rinascimentale tra bottega e artista, la collaborazione tra Yuval e l’artigiano non si ferma al solo elemento visivo, ma si estende anche al sonoro: i canti eterogenei che risuonano nello spazio della cripta sono infatti una trasformazione delle voci degli stessi artigiani che hanno dato forma agli schizzi di Yuval. Inoltre, in 15 maschere neutre in terracotta nera risuona la voce dell’artista stesso: come l’essenza della deità si perpetrava nei Nephilìm, così la voce del creatore echeggia nella loro materia.
Quando unite, le Maschere Sonore formano un coro complesso, intonando una partitura aleatoria in costante evoluzione. Questo elemento porta una dualità nell’esibizione: da un lato la presenza di 60 opere inedite, dall’altra la creazione di un’installazione immersiva in cui lo spettatore può creare il suo proprio percorso di fruizione.
I principali campi di ricerca dell’artista – Natura – Umano – Artificiale – Mistero – sono qui uniti in una creazione ibrida, un’evoluzione che lega due delle sue firme più conosciute, le creazioni Icono-Sonore e le Sculture Sonore, in una nuova linea di creazione presentata per la prima volta al Museo Marino Marini.
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Nato a Gerusalemme nel 1977 e residente a Milano, Yuval Avital è artista multimediale, compositore e chitarrista. È conosciuto per le sue installazioni sonore e visive, performance collettive che coinvolgono masse sonore nella creazione di rituali contemporanei, opere icono-sonore, quadri multimediali complessi e per lo sviluppo di progetti tecnologici realizzati anche con l’apporto di intelligenza artificiale in spazi pubblici, siti di archeologia industriale, teatri e musei, sfidando le tradizionali categorie che separano le arti.
Nelle sue opere ‘totali’ e performance, nei suoi concerti e progetti immersivi si possono trovare, uno accanto all’altro, portatori di tradizioni rare e antiche, grandi solisti di musica contemporanea, folle di non musicisti, ballerini, strumenti tecnologici elaborati o appositamente creati, multiproiezioni video, stampe fotografiche, disegni e pittura.
Pur nella grande complessità e articolata multimedialità, ogni opera rivela una sua identità precisa, divenendo un microcosmo esperienziale, poetico ed emotivo, frutto di una ricerca meticolosa realizzata con un linguaggio attentamente codificato. I suoi lavori transdisciplinari sconfinano tra le più svariate categorie artistiche e sono stati presentati sia nei più grandi teatri d’opera che in musei e fondazioni d’arte.