ACCENTS, ACCENTI, АКЦЕНТЫ. Tre Donne

A cura di Dimitri Ozerkov

ACCENTS, ACCENTI, АКЦЕНТЫ” è il titolo del progetto e programma di eventi elaborato per il Marino Marini da Dimitri Ozerkov, responsabile del Dipartimento di Arte Contemporanea del Museo Statale Russo Ermitage e del progetto “Ermitage 20/21”.

Uno dei tre appuntamenti del programma è la mostra Tre Donne, curata dallo stesso Dmitri Ozerkov. Si tratta di una mostra concettuale allestita nella Cappella Rucellai, intorno a tre donne del racconto biblico – Giuditta, Giaele e Dalila – e al loro ruolo nella storia, nell’arte e nella cultura. Una riflessione sull’importanza della figura femminile nella storia dell’umanità: donne forti che si autodeterminano, divenute riferimento di identità.

Tre è il mitico multiplo emblema del femminile, nel mito, nella storia, nell’arte, nella letteratura, nelle religioni.
Le Moire o Parche, le Erinni, le Ore, le Gorgoni, le Grazie, le virtù cristiane, le triadi di figure femminili descritte da Dante fino a quelle di Shakesperiana memoria, fino al capolavoro di Anton Cecov.
Il titolo, volutamente generico nell’indicazione, vuole quindi proprio sollecitare l’immaginario su quali di queste figure sia incentrata la mostra allestita nella Cappella Rucellai della vecchia chiesa di San Pancrazio, un tempo parte di un complesso monastico femminile.
Tutte queste donne, infatti, sono una donna sola, la figura paradigmatica femminile nel tempo e nella storia.

Dimitri Ozerkov (1976, San Pietroburgo) è storico dell’arte, filosofo, curatore di numerose esposizioni di arte contemporanea in Russia e non solo. Dal 2007 lavora all’ambizioso progetto Hermitage 20/21 Project for Contemporary Art, che punta a collezionare e esporre arte contemporanea russa. Sempre del 2007 è la mostra da lui curata USA Today, una selezione volutamente provocatoria di artisti contemporanei americani con opere provenienti dalla collezione di Charles Saatchi, che portò il suo nome alla ribalta sulla stampa russa.
Nel 2011 ha curato l’omaggio a Dimitri Prigov per la 54esima Biennale di Venezia ed è stato Commissario di Manifesta X (2014), autore di pubblicazioni e articoli sulla creazione contemporanea e l’arte del XVIII secolo.
Nel 2017 è tra i curatori di Glass and Bone Sculptures 1977-2017 di Jan Fabre, una selezione di sculture in vetro ossa prodotte dall’artista belga in trent’anni di lavoro ed evento collaterale alla 57esima Biennale.
Ha inoltre curato la mostra Futuruins, una riflessione sul significato e sull’estetica delle rovine tra passato e presente, conclusasi a Palazzo Fortuny.

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