Visito Ergo Sum. Il pubblico dei musei”
Risultati, temi e spunti del primo talk al Museo Marino Marini.
Ospiti Filippo Cavazzoni, Angelo Crespi, Mauro Felicori, Ludovico Solima. Modera Patrizia Asproni
Firenze, 12 dicembre 2018
Come il pubblico interagisce con i musei e come i musei interagiscono con i loro pubblici? Da una ricerca di Google emerge che la contemplazione di un’opera d’arte ha una durata che va dai 15 ai 20 secondi. Tutto questo in uno scenario che vede la Reggia di Caserta passare negli ultimi 4 anni da 400 mila a 800 mila visitatori e la Cina inaugurare 4 mila nuovi musei nei prossimi anni…
Il pubblico. La questione del pubblico è il tema per eccellenza delle politiche culturali in Italia. Ma andare per musei è una pratica associata all’età scolare, quando gli studenti vengono spronati a entrarvi, attitudine che poi perdono nell’adolescenza per recuperarla solo nella tarda maturità. Ad un certo punto però è scattato qualcosa: negli ultimi anni il museo è diventato la mission del turista. Secondo una ricerca della Banca d’Italia del 2018, il 60% della spesa dei turisti culturali si concentra in sole tre città: Roma, Firenze e Venezia, la stessa congestione di cui soffrono Parigi e Londra. Accanto a questo, c’è una altro fenomeno in atto: a differenza dei primi 2000, negli ultimi anni in Italia il turismo culturale è cresciuto a dispetto di quello vacanziero. I visitatori della cultura inoltre, sono più giovani e più inclini a spendere rispetto ai turisti “generalisti”.
L’analisi dei dati. Lo studio dei feedback dei visitatori è fondamentale per impostare qualsiasi strategia di comunicazione, di accesso e di mediazione nei musei. In Italia si ha una idea molto vaga del profilo dei visitatori e non solo dal punto di vista socio-demografico (età, istruzione, provenienza geografica etc). Tra i quesiti più importanti che possono essere sollevati, rientra il problema del perché il pubblico visita il museo, come, con chi, quando e con quali tipi di effetti o livello di soddisfazione terminano la visita; sono dati scientifici da cui non si può prescindere e intorno a cui dovrebbe essere impostata la programmazione di ogni luogo culturale. La consapevolezza che oggi si sta facendo strada, è che il concetto di “pubblici” si va sostituendo a quello di pubblico. Di conseguenza gli strumenti di mediazione devono adattarsi alle diverse tipologie, eppure ci si rivolge ancora a tutti i visitatori in modo indifferenziato: esistono schede, supporti di mediazione e di accesso che tengono conto delle differenze demografiche o culturali? La risponda per i musei italiani, tendenzialmente, è no.
Strategie di audience engagement. Rendere il pubblico più consapevole della visita vuol dire in primo luogo coinvolgerlo: per questo una strada percorribile può essere quella di stimolare processi educativi per via indiretta. “Father and Son”, il videogioco sperimentato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli in collaborazione con l’associazione “Tuo Museo”, è stato positivo in tal senso: il primo game in un museo italiano, un linguaggio nuovo, che diverte, si completa con la visita nel museo e che ha raggiunto in un anno e mezzo oltre 3 milioni di download, di cui solo il 7 per cento dall’Italia. In ogni caso, resta fondamentale l’assunto che l’accessibilità museale è un tema che va affrontato da diversi punti di vista per permettere all’istituzione culturale di creare nuovi strumenti di interazione. Quest’ultima deve essere analizzata nelle sue quattro parti: fisica, cognitiva (la comprensione di quello che si vede), economica e digitale.
Biglietto gratuito o biglietto a pagamento? Se la promozione culturale è un principio costituzionale, il primo e fondamentale argomento è la necessità o meno di un fee d’ingresso per i visitatori. Se i luoghi culturali sono parte integrante del patrimonio, allora la loro frequentazione deve essere libera e gratuita, come garanzia di accesso -e di educazione permanente- alla bellezza. Un’altra tesi sostiene invece che il pagamento del biglietto è fondamentale per una serie di aspetti gestionali e di governance, poiché le istituzioni devono essere responsabilizzate anche attraverso vincoli di bilancio.
Un punto intermedio tra i due, parte dalla consapevolezza che spesso, soprattutto nei piccoli musei, il costo del biglietto non ha un impatto diretto sui numeri, così da diventare mero ostacolo alla fruizione. Ne consegue che la strada per una mediazione è vicina: il pagamento non dei biglietti, ma dei servizi offerti dai musei che sia il visitatore, sia il cittadino sono liberi di acquistare.
Eleonora Minna
I Filippo Cavazzoni è direttore editoriale dell’ Istituto Bruno Leoni. Angelo Crespi è giornalista e scrittore, nel consiglio d’amministrazione de La Triennale di Milano dal 2009. Nel 2013 ha pubblicato “Ars Attack. Il bluff del contemporaneo” Johan & Levi editore. Mauro Felicori dall’ottobre 2015 è stato il direttore generale della Reggia di Caserta. Ludovico Solima è Professore associato di “Economia e gestione delle imprese” e docente di “Management delle imprese culturali” all’ Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Ha pubblicato il volume “Management per l’impresa culturale” per Carocci editore. Patrizia Asproni è la Presidente del Museo Marino Marini.
II Asproni, ibid.
III Felicori – Crespi, ibid.
IV Felicori, ibid.
V Asproni, ibid.
VI Cfr. Turismo in Italia, numeri e potenziale di sviluppo. http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/collana-seminari-convegni/2018-0023/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102
VII Cavazzoni, ibid.
VIII Solima, ibid.
IX Cfr. “Father and Son”, Museo Archeologico Nazionale di Napoli https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/father-and-son-the-game/
X Solima, ibid.
XI Crespi, ibid.
XII Cavazzoni, ibid.
XII Asproni, ibid.